Politiche / Istituzioni, governance e partecipazione
Strumenti attuativi: cooperative di comunità
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2023 — Le Madonie, Sicilia
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- Gruppi informali di abitanti
- Fondazioni/enti filantropici
- Amministrazioni comunali
- Associazioni locali
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Con la nozione di cooperativa di comunità non si fa riferimento a una particolare forma giuridica dell’attività economica, bensì alla natura delle attività, che sono condotte attraverso forme organizzative che rientrano tra quelle già esistenti, quali le cooperative sociali o le imprese sociali.
Non è stata approvata dal Parlamento una legge in materia, mentre numerose regioni hanno fornito un proprio quadro normativo al fenomeno, con interventi legislativi dal 2014 in poi. La Regione Lombardia ha definito le cooperative di comunità nell’art. 11 della Legge Regionale n. 36 del 2015 (“Nuove norme per la cooperazione in Lombardia”).
Finalità
Caratteristica peculiare delle cooperative di comunità è il coinvolgimento nelle attività svolte da parte degli abitanti del luogo o comunque dei membri della comunità stessa in favore della quale sono forniti i servizi o beni. In effetti, la denominazione di “cooperative di comunità” vuole indicare che l’attività è rivolta a offrire beni e servizi in grado di promuovere e mantenere i legami stessi che tengono insieme una collettività umana insediata in un territorio specifico. Infatti, a differenza delle forme tradizionali di cooperativismo, lo scambio mutualistico non si instaura solo tra i soci della cooperativa ma si estende appunto a un’intera comunità e al suo ambiente di vita.
Il coinvolgimento necessario dei membri della comunità locale determina quindi una forte dimensione partecipativa nell’attività delle cooperative di comunità. Essa riguarda diversi aspetti: la gestione della cooperativa stessa, i meccanismi di conseguimento dei benefici, e la contribuzione finanziaria. Inoltre, è stato riconosciuto che, a certe condizioni, anche le amministrazioni comunali dei territori coinvolti possono avere il ruolo di soci delle cooperative di comunità: si veda a tal proposito il caso pionieristico della cooperativa “La Roccia” che opera nel Comune di Bema (SO).
Le cooperative di comunità si sono sviluppate in relazione a rischi di indebolimento e declino di specifici territori caratterizzati da condizioni di isolamento e marginalità, rese ancora più acute dai tagli alla spesa pubblica operati nel decennio 2009-2019. In molti casi, anche nella legislazione regionale, le cooperative di comunità sono strettamente associate a un determinato territorio, in cui svolgono le proprie attività.
I campi di intervento delle cooperative di comunità possono essere i più vari, proprio in ragione del fatto che la loro specificità consiste nell’adattarsi ai bisogni e alle caratteristiche di un contesto locale: attività assistenziali, ricreative, sportive, di cura e promozione del territorio e dell’ambiente, etc.
Attuazione nelle aree interne
Il ruolo riconosciuto alle cooperative di comunità nei confronti di percorsi di sviluppo locale che rivitalizzino territori marginali ha una triplice articolazione: in primis, la cooperativa risponde a bisogni specifici che emergono dal territorio in un settore specifico (es. educazione, mobilità, aggregazione sociale); secondariamente, la cooperativa sostiene il mantenimento e la ricostruzione di legami nell’intera comunità locale, e tra la comunità insediata e gli spazi e ambienti fisici e naturali; infine, la cooperativa offre opportunità di impiego a membri della comunità stessa, rafforzando ulteriormente il radicamento locale e contrastando fenomeni di abbandono.
Vi sono alcuni esempi che sono ritenuti ormai paradigmatici del contributo delle cooperative di comunità allo sviluppo delle aree interne, come le due cooperative nate nell’Appennino Reggiano che hanno sviluppato servizi di aggregazione sociale e promozione territoriale. Altri casi noti sono quelli di una cooperativa a Melpignano (LE) che produce energia da pannelli solari e della cooperativa “L’Innesto”, attiva in Lombardia nella val Cavallina, in vari ambiti.
Non avendo uno statuto giuridico omogeneo a livello nazionale, la misura precisa del fenomeno resta incerta, anche perché la definizione di cooperativa di comunità implica una interpretazione del ruolo degli interventi svolti nei confronti del mantenimento dei legami sociali e socio-territoriali. Comunque, una recente indagine condotta dal centro studi AICCON ha rilevato 188 realtà attive in Italia, di cui circa i due terzi localizzate in territori classificati come “aree interne” secondo la definizione SNAI.
Esperienze
Tra le esperienze in corso nelle aree interne lombarde, si segnalano un paio di casi che bene rappresentano il contributo delle cooperative allo sviluppo territoriale.
Il primo esempio è quello della cooperativa “I Raìs” attiva a Dossena in val Brembana (il nome significa “le radici” in dialetto bergamasco). La cooperativa è nata nel 2016 per iniziativa di un gruppo informale di giovani, con lo scopo di rivitalizzare questo paese montano. Gli ambiti principali di attività sono i servizi socio-educativi, la promozione territoriale e la manutenzione del verde. Da queste attività si è poi generato un ulteriore intervento che consiste nella riqualificazione di uno spazio fisico, un hotel in stato di abbandono, che è stato rimesso in funzione per eventi socio-culturali e come luogo di ristoro e incontro.
La cooperativa “Linfa” invece è attiva in valle Trompia e Valle Sabbia, nel Bresciano. La cooperativa è principalmente attiva nei campi della mobilità e della aggregazione sociale. Le attività principali consistono, da un lato, nella gestione di un negozio multiservizio e nello sviluppo di punti informativi nelle attività commerciali del territorio, dall’altro, nella consegna a domicilio di prodotti alimentari e beni di prima necessità, attraverso una piattaforma digitale. Anche in questo caso la cooperativa è collegata anche a un progetto di riqualificazione di un complesso edilizio (Rebecco Farm) che testimonia l’identità insediativa locale e che è stato rimesso in funzione come spazio per eventi e struttura di ospitalità.
Raccomandazioni
Emerge un nesso importante con iniziative volte alla rigenerazione di spazi, che si aggiungono e arricchiscono gli interventi proposti sotto forma di servizi o di prodotti. L’integrazione tra diverse modalità di intervento rappresenta un aspetto rilevante dell’orientamento a sostenere la comunità locale nel suo insieme.